domenica 21 dicembre 2008

I PASTORI SUL PRESEPIO




I PASTORI NEL PRESEPIO NAPOLETANO

IL BORGHESE
Veste una zimarra (tipo cappotto), con bottoncini d’argento, porta calze di lana doppia su un pantalone al ginocchio di buona fattura, sopra il gilè che, ostenta grossi bottoni di seta con sotto una camicia di panno grosso, ha una fascia in seta gli cince la vita, sul viso, dalle linee arrotondante si legge il raggiunto benessere come dal sorriso appena accennato. Ha tra le mani un bastone con il manico d’osso.

IL GUERCIO
Evidenzia la crudeltà della natura, è un pastore non di secondo piano nel presepio, perché
rappresenta il mondo degli umili: i pezzenti, i deformi, i menomati di un braccio o di una gamba.

IL CONTADINO
Immancabile e questa figura sul presepio, Veste gli abiti della festa, pantaloni a tre quarti, calze di ruvida lana, giacca multicolore camicia di panno duro con sopra un gilè e una fascia colorata in vita, ed è rappresentato con una pariglia di polli tra le mani.

venerdì 19 dicembre 2008

I PASTORI NEL PRESEPIO NAPOLETANO




Facendo seguito al blog BUON NATALE E FELIE 2009, ecco che tratto d’alcune figure che popolano il nostro presepio:

IL PESCATORE
Questo pastore è sempre presente sulla scena del presepio, il suo colorito è molto abbronzato, perché “cotto” dal sole, ha una camicia a sbuffo, un pantalone ripiegato sotto le ginocchia, ha in mano una bilancia per pesare il pescato che tiene in due "spaselle".
Il pescatore non va confuso con il pescivendolo il quale espone la sua merce su di un banchetto.

LA TAVERNA
È la raffigurazione di costume del ‘700, spesso è posta in una caverna o come un’osteria all’aperto occupando il piano terra di un rustico a due piani. Sotto la pennata (tenda) dalle cui asse di legno, pendono esposti tutti i cibi che poi il taverniere cucinerà per gli avventori. Sotto la tenda troviamo i tavoli imbanditi con gli animali da cortile che razzolano intorno quindi, la tipica “pusteggia” (musici e cantanti), che allieta gli avventori, sotto l’uscio la tavernara che serve a tavola mentre nella sala s’intravede, molto affaccendato il taverniere.

IL TAVERNIERE
Rubiconda figura dall’espressione bonaria di chi conosce la prelibatezza dei suoi cibi e sa anche come prendere per la gola. Veste indumenti di seta e sfoggia bottoni d’argento ma due dettagli definiscono il suo ruolo; lo sfoggiare un panno bianco alla vita (grembiule) e un fazzolettone annodato intorno al collo.

giovedì 18 dicembre 2008

BUON NATALE E FELICE 2009




Caro Tiro e Tore, ti fo sapere che:
tra le tante proteste inserite in questo blog, ho deciso di allentare un poco la pressione per raccontare ai lettori alcune storie sul natale.
Colgo l’occasione per augurare a tutti i lettori del nostro giornale: “L’INESISTENTE” un sereno NATALE e un FLICE ANNO NUOVO.

QUANDO FU DECISO E DA CHI LA DATA DEL 25 DICEMBRE DEL NATALE CRISTIANO?
A decidere sull’attuale commemorazione del Natale fu nel 336 sotto il pontificato di Giulio, prima avveniva il 25 aprile poi il 24 giugno, ed ancora il 6 gennaio.

DECORAZIONI DI NATALE
Tanti anni fa nelle case dei napoletani era uso decorare una parte dell’appartamento con foglie d’alloro e d’ulivo noci, nocciole e maccheroni infilati in uno spago.
Quest’usanza è del tutto scomparsa.

IL VISCHIO
Altra usanza che sta scomparendo regalare a Natale un cespo di vischio una pianta parassita sempreverde.

Per ora mi fermo qui, in seguito parlerò dei “pastori” i personaggi di creta che popolano il presepe che in napoletano si dice: presèbbio.

venerdì 28 novembre 2008

IL TEATRINO DELLA SESTA MUNICIPALITÀ

Il giorno 28 novembre 2008, si è riunito il Consiglio della VI Municipalità per decidere cosa fare, durante il periodo natalizio di 43.000 euro, più otto per beni di consumo, messi a disposizione dal Comune di Napoli.. Premetto che già nel merito si era svolto un altro Consiglio, che non era approdato a nulla, perché c’erano due proposte quella della Giunta consiliare, dopo aver recepito gli indirizzi delle Commissione Cultura e quella autonoma fatta dalla stessa Commissione Cultura. In questo, finalmente, si doveva decidere se approvare la proposta presentata dalla Giunta consiliare o quella presentata dalla Commissione Cultura.
Dopo la prima esposizione fatta dalla presidente Cozzino c’è stata quella del presidente della Commissione Cultura e qui è iniziato il teatrino.
Raffaele Esposito presidente della Commissione Cultura nel terminare, ha affermando che si sarebbe dimesso, un chiaro monito a chi era contrario alla proposta della Commissione Cultura che era in opposizione a quella della Giunta.
Ero presente a questa riunione, ed io come gli altri, sono rimasti allibito di fronte alla proposta, fatta dalla Commissione Cultura perché in essa era inserita, nell’ambito delle manifestazioni natalizie, una mostra sugli insetti rivolta soprattutto agli studenti (queste forme culturali, a mio parere, vanno fatte in un altro contesto e non durante le festività scolastiche quando gli insegnanti non possono organizzarsi e portare le scolaresche a visitare una tale mostra).
Poi c’è stata la”sceneggiata” messa in atto dal Consigliere Rosario Russo il quale, era stato presente quando sono state presentate le due proposte quindi, si era assentato durante il primo appello per le presenze che dovevano consentire la votazione nominale sulla proposta della Giunta. Al momento della seconda votazione, quella riguardante la proposta della Commissione Cultura, rivolto al segretario comunale ha detto: il consigliere Rosario Russo è rientrato, votando quindi a favore della proposta della Commissione Culturale.
Oltre ciò i cittadini presenti (pochi, meno male), hanno notato la “spaccatura” che c’è nella maggioranza, ma non solo questo, la lungaggine degli interventi e gli interventi di alcuni consiglieri per dire alla fine io ci sono!
Nella proposta della Giunta c’è il gemellaggio che si dovrà fare in onore del pittore-architetto Francesco Solimena tra la VI Municipalità e il Comune di Canale di Serino, dove dovrebbero partecipare storici locali, vale a dire della VI Municipalità, nel suo intervento il vice presidente della VI Municipalità Massimo Cilenti ha chiesto la partecipazione di storici a livello nazionale, ritenendo in questo modo gli storici locali non all’altezza, pertanto, mortificandoli nel lavoro di ricerca che da anni svolgono. Nerl suo interloquire non una volta ha pronunciato cacofonicamente l’esatto cognome del Solimena.
Ultima osservazione le due proposte non tenevano in nessun conto il lavoro che svolgono le associazioni della VI Municipalità, pertanto, non sarà elargito nessun contributo alle manifestazioni culturali che esse metteranno in essere, durante le festività natalizie sul territorio, pertanto sono risorse spendibili fuori dal territorio..

mercoledì 26 novembre 2008

GENT.MO AMICO

Sono il direttore del giornale "L’INESISTENTE", un mio redattore mi ha chiesto di rivolgermi a Lei), perché desidero che collabori con il nostro giornale; un periodico (ma non tanto), il quale non ha confini perché esce solo nel quartiere di Barra.
Ora mi rivolgo a Te (posso darti del Tu? Sì mi è consentito), perché sei uno addentro, addentrato e addentellato al quartiere quindi, credo che sai vita, morte e miracoli di questo territorio.
L’INESISTENTE vuole essere di sprone, con lo sperone per speronare i dieci consiglieri, espressi dai voti di questo quartiere e fargli comprendere, ficcandoglielo bene in testa, come oggi è trascurata e vive Barra.
Siamo GUELFI O GHIBBELLINI, SIAMO GUELFI O GHIBELLIBI, avrebbe detto il principe Antonio De Curtis in arte Totò? Perché contemporaneamente per San Giovanni a Teduccio e Ponticelli c’è riqualificazione urbana, sul nostro territorio ciò non avviene? Eppure, Barra è rappresentata da 10, dico dieci e lo ripeto D- I - E - C - I consiglieri, che invece di fare bèga (in italiano significa: negozio o cosa intricante e difficile da compiere o risolvere), farebbero meglio ad indirizzare la Municipalità verso un tangibile segno di rinnovamento urbano e culturale del quartiere e invece...
Non è così che il cittadino ha posto la sua fiducia quando ha mandato uno dei dieci consiglieri a rappresentarlo.
Per tutto questo Ti chiedo caro amico di voler collaborare al giornale "L?INESISTENTE" di cui mi onoro essere il direttore.
Nell’attesa d’unaTua positiva risposta, Ti saluto cordialmente.
A presto sentirti, A. Meneomònica.
Il cognome significa la facoltà di ricordare, Ti piace? Piacerà anche ai 10, dico dieci e lo ripeto D - I - E - C – I, consiglieri barresi!

AMMÈNNE! FOSS’ANGELO ’A VÓCCA TOJA

Caro Tiro e Tore, sono uno dei fratelli CAPONE (che siamo noi), quello aristocratico, essendo barone di Sesto Piano e mi chiamo Amilcare.Ti scrivo dopo la tua richiesta di collaborazione, da parte mia, alla testata da te egregiamente diretta e ti sono grato per la parte di giornale che mi hai messo a disposizione.Dopo il nostro colloquio telefonico, che ti ha trovato d’accordo sul titolo da dare alla rubrica, che si chiamerà: “AMMÈNNE! FOSS’ANGELO ’A VÓCCA TOJA” (Traduzione: “ AMEN FOSSERO L’ANNUNZIO DI UN ANGELO LE TUE PAROLE”, vale a dire, fosse vero quello che si vorrebbe vedere realizzato).
Pertanto, inizio da oggi la mia partecipazione al tuo giornale.

E LA LUCE NON FU




Cari Tiro e Tore, tifo sapere che, ecche qua! Subito dopo la nuova pavimentazione di quasi tutto il Corso Sirena, ho detto quasi perché il lato che va da Via Domenico Minichino a Piazzetta Serino non è stato pavimentato. Caro Tiro e Tore, ecche qua! Ora tu mi chiederai perché non è stato pavimentata? Caro Tiro e Tore, ecche qua! Ti rispondo dicendo: non lo saccio! Dicevo: dopo la pavimentazione, fu installata lungo Corso Sirena una nuova illuminazione. Se non vado errato quest’impianto da più di un anno fa solo bella mostra di se: Caro Tiro e Tore, ora se tu mi chiederai dove voglio andare a parare, ecche qua mi spiego, l’impianto al momento non è funzionante e sono del parere, che neanche a breve lo sarà. Oltre l’illuminazione che non parte, c’è un altro CERENFRÙSCOLO (che in italiano vuol dire: bagattella), e riguarda l’URP.: